Visionario interprete dell’umana condizione, Sandro Giordano, in arte Remmidemmi, entra a pieno titolo nella rubrica di Moda e Style dedicata all’arte. Romano, classe 1972, ha frequentato l’Istituto Professionale di Cinematografia e Televisione Roberto Rossellini di Roma.
A suscitare la nostra immediata curiosità è IN EXTREMIS (Corpi senza pentimento), il progetto che comprende la fotografia, ma ad essa non si limita. Definite nella biografa di Sandro come “racconti” di un mondo in caduta, queste fotografie sono ricostruzioni accurate di un momento di rottura fra le imposizioni e gli stereotipi da cui siamo bombardati e la caduta di una maschera, la nostra.
Sandro, la “caduta”, trait d’ union dei tuoi racconti fotografici è elemento di grande impatto visivo, per il quale ti affidi ad attori professionisti. Come ti rapporti con i tuoi “modelli” e come suggerisci loro la fisicità da rappresentare per lo scatto?
A suscitare la nostra immediata curiosità è IN EXTREMIS (Corpi senza pentimento), il progetto che comprende la fotografia, ma ad essa non si limita. Definite nella biografa di Sandro come “racconti” di un mondo in caduta, queste fotografie sono ricostruzioni accurate di un momento di rottura fra le imposizioni e gli stereotipi da cui siamo bombardati e la caduta di una maschera, la nostra.
Sandro, la “caduta”, trait d’ union dei tuoi racconti fotografici è elemento di grande impatto visivo, per il quale ti affidi ad attori professionisti. Come ti rapporti con i tuoi “modelli” e come suggerisci loro la fisicità da rappresentare per lo scatto?
Sono
quasi sempre io a sacrificarmi prima dello shooting. Vado in posizione
per cercare di capire cosa voglio e lo posso scoprire solo
“interpretando” la caduta. Mentre sono lì, immaginiamo alla fine di una
scalinata, con il corpo vado alla ricerca delle zone che mi piacerebbe
sembrassero scomposte, spezzate, da fuori. Più il mio corpo soffre, più
sorprendente sarà il risultato dall’esterno. Quella è la chiave magica
per trovare la posizione perfetta. Una volta che il set è pronto,
comunico all’attore ciò che desidero ricreare e lo aiuto a mettersi nel
punto indicato, spesso scontrandomi con tensioni muscolari inaspettate
che complicano un po’ le cose. Il fatto che io per primo viva con il
corpo la caduta che affronterà il modello, e quindi trovare posizioni
scomode, non vuol dire che ci riuscirà lui. Sono i rischi del mestiere.
Mi è capitato un paio di volte di aver buttato un’intera giornata di
produzione, perché non ero riuscito ad ottenere la posizione che avevo
in mente. Ci sono poi casi in cui non devo neanche mettermi lì a
mostrare, chiedo quello che voglio e mi danno più di ciò che avrei
desiderato.
La ricostruzione degli scenari è molto accurata, i colori vividi, corpi scomposti a stringere tra le mani l ultimo baluardo di ciò che in realtà li ha portati al limite. Il primo impatto suggerisce un sorriso, uno sguardo più attento provoca un istantaneo immedesimarsi e ad avvertire un sentimento di denuncia molto personale. Ci piacerebbe conoscere come e quando il progetto ha preso vita.
É iniziata un pò per gioco a settembre dello scorso anno. Chiedevo ai miei colleghi amici attori di giocare con me, di intraprendere questo viaggio bizzarro di corpi caduti in un mondo reale, ma artefatto. Andando avanti, sentivo l’urgenza di aggiungere cose, informazioni e quindi arricchire con oggetti che spesso loro tenevano stretti in mano, esattamente come era successo a me pochi mesi prima durante un brutto incidente in bicicletta. Quando mi sono rialzato da terra, sanguinante e con una brutta frattura alla mano destra, mi sono reso conto che proprio in quella mano tenevo stretta la barretta proteica che avevo comprato dopo l’allenamento in palestra. Stavo raccontando la mia esperienza personale senze rendermene conto. Siamo vittime delle “cose”. E’ questo il grande dramma per tutti, nessuno escluso.
La ricostruzione degli scenari è molto accurata, i colori vividi, corpi scomposti a stringere tra le mani l ultimo baluardo di ciò che in realtà li ha portati al limite. Il primo impatto suggerisce un sorriso, uno sguardo più attento provoca un istantaneo immedesimarsi e ad avvertire un sentimento di denuncia molto personale. Ci piacerebbe conoscere come e quando il progetto ha preso vita.
É iniziata un pò per gioco a settembre dello scorso anno. Chiedevo ai miei colleghi amici attori di giocare con me, di intraprendere questo viaggio bizzarro di corpi caduti in un mondo reale, ma artefatto. Andando avanti, sentivo l’urgenza di aggiungere cose, informazioni e quindi arricchire con oggetti che spesso loro tenevano stretti in mano, esattamente come era successo a me pochi mesi prima durante un brutto incidente in bicicletta. Quando mi sono rialzato da terra, sanguinante e con una brutta frattura alla mano destra, mi sono reso conto che proprio in quella mano tenevo stretta la barretta proteica che avevo comprato dopo l’allenamento in palestra. Stavo raccontando la mia esperienza personale senze rendermene conto. Siamo vittime delle “cose”. E’ questo il grande dramma per tutti, nessuno escluso.
In
base a quale criterio scegli le location dove dar vita ai tuoi
racconti? La tua ultima fatica sappiamo aver preso vita a Barcellona…
Hai
detto la parola giusta: fatica! Trovare la location ideale è la cosa
più difficle di tutto il progetto. Io ho una cinquantina di foto in
testa già pronte, il problema è dove collocarle. La location oltre a
dover essere funzionale al racconto che ho in mente, deve anche
risultare scenografica. Sono molto esigente, preferisco rimandare la
foto e rallentare la produzione piuttosto che accontentarmi di un luogo
che non mi convince. Altre volte accade casualmente di scoprire un
“luogo del delitto” perfetto e a quel punto esplode tutta la mia
creatività come è accaduto con __IL SOSPETTO. Io e parte del team
eravamo a Barcellona per una serie di incontri con varie gallerie e un
giorno a pranzo a casa di uno dei modelli/attori di IN EXTREMIS, sono
rimasto molto colpito dalla sua terrazza e nel giro di pochi giorni
avevo già pronta una storia di “traditementi e piccoli riscatti
coniugali” da adattare in quel punto. Insomma, mi lascio cullare dalla
vita… Ogni giorno è una sorpresa.
L’ironia
dei tuoi i”racconti” è innegabile, tragicomici talvolta, viene da
domandarsi come ci si potrà rialzare da uno schianto simile. Una linea
sottile separa caduta e rinascita di una nuova consapevolezza. Come ha
affrontato Sandro le proprie cadute?
Solo
accogliendolo il dolore, guardarlo dritto negli occhi, solo così lo si
può gestire. Spesso facciamo l’errore di evitarlo. Sentiamo che sta
arrivando un temporale e subito si corre ai ripari stordendoci con
qualunque cosa ci capiti sottomano pur di non pensare. La mia di caduta è
stata prima spirituale poi fisica, con l’incidente in bici, la più
violenta. Ma anche quella che mi ha costretto a riflettere. Ed eccomi
qui, a parlare delle foto che mi hanno cambiato la vita.
Hai mai immaginato un seguito per i tuoi “racconti”, una sorta di “the day after”?
Si,
ci penso continuamente ma non mi diverto, non mi fanno ridere. Io di
base mando avanti questo progetto, perchè sono il primo spettatore a
ridere delle foto che faccio. Se mi devo pendere troppo sul serio non mi
diverto più e credo di aver raggiunto il massimo della comicità con gli
schianti a faccia in avanti, per come la vedo io. Non c’è niente che mi
faccia più ridere delle cadute.
Il tuo è uno sguardo disincantato rispetto al mondo, o quantomeno una parte, che
ci circonda. Eppure ci pare di avvertire attraverso l’ ironia un invito
ad allargare il nostro campo visivo, a guardare oltre ciò che ci
intrappola in una vita che di reale ha poco; il messaggio di un uomo che
attraverso la denuncia dimostra una grande fiducia nei suoi simili e
nel cambiamento
Assolutamente
si! Io continuo ad essere un grande ottimista nonostante tutte le
mazzate che prendo. Il mio sogno è che le foto ti costringano ad
interpretarle, poi magari possono anche non piacerti, ma di sicuro non
puoi fare a meno di osservarle. Questo è il mio desiderio più grande,
che dopo un primo impatto positivo o negativo che sia, possa nascere
nello spettatore anche una sola piccola riflessione sulla nostra
condizione umana.
Sono
appena tornato dall’Olanda, dove abbiamo allestito una mostra che
terminerà a gennaio, il 21 novembre inauguro quella che farò a Roma, la
mia città e dal 6 al 9 febbraio saremo presenti alla Affordable Art Fair
di Bruxelles. Maggio o giugno a Barcellona. Insomma, non mi posso
lamentare.
Moda e Style ringrazia Sandro Giordano Remmidemmi
e invita tutti voi, cari lettori, a seguire i “racconti per immagini”
di questo artista delle cadute; a tutti gli amici romani, raccomanda di
non mancare, di accorrere numerosi a visitare IN EXTREMIS_Bodies with no regret presso BGallery, da domani fino al 7 Dicembre, Piazza di Santa Cecilia 16!
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